La via dei simboli
La fine degli anni 40 e gli inizi degli anni 50 segnano un momento di profondo cambiamento.
Nasce l'idea che l'architettura ha nei confronti del significato una profonda responsabilità.
LA FORMA SEGUE IL SIGNIFICATO.
Il mondo delle strutture hanno uno sviluppo prodigioso che porta a due grandi liberazioni.
Si lavora ad una struttura plastica avvolgente che sagoma e ingloba gli spazi. Ciò innesca un processo di liberazione della forma.
La figura dell'ingegnere porta gli spazi a liberarsi in autentiche sfide alla gravità in soluzioni spesso anticonvenzionali.
Jorn Utzon segna il passo avanti, riporta l'architettura ad essere un monumento positivo anzichè astrazione illuminista del potere, ma celebrazione del matrimonio tra uomo e natura.
Con il suo progetto dell'Opera House di Sidney si fa precursore, iniziatore della liberazione della forma.
L'opera ne è il primo simbolo in assoluto. Connotato da ragioni formali anzichè funzionali.
La funzionalità dell'opera è ormai ovvia e imprendiscibile, la forma non lo è altrettanto.
La nuova generazione comincia a basarsi su domande e solo in questo modo si può cercare il significato.
Alla fine degli anni ottanta la mostra Deconstructivist Architecture a New York apre una nuova direzione frammentata, dinamica e violentemente anticlassica.
Già nel 1980 Alvin Toffler l'aveva anticipato nel suo scritto nella definizione della terza ondata.
Porta in primo piano il valore dell'informazione e della comunicazione.
Il 9 novembre il crollo del muro di Berlino nel 1989 fa da spartiacque.
E' proprio Berlino il campo in cui le nuove tendenze si manifestano per la prima volta.
Il museo dell'olocaustro di Daniel Libeskind ne è il manifesto.
Le linee creano dei micromondi e un universo di costellazioni e di potenzialità.
l'architettura stessa si fa comunicazione ed il simbolismo entra dentro le stesse fibre del fare architettura e si appropria della costruzione dello spazio.
L'ARCHITETTURA ESISTE IN QUANTO INFORMA.
Altro esempio dell'affermarsi del simbolismo negli anni della comunicazione e di conseguenza dell'informazione è il Kiasma museum di Steven Holl.
Chiasma è il nome, ma è anche il significato sia metaforico che commpositivo.
Di nuovo a Berlino Renzo Piano con Potsdamer Platz pone l'accento su due concetti fondamentali del nuovo panorama, il concetto di mixitè e l'idea di antizoning.
Due sono le grandi questioni che assumono rilevanza.
Si può lavorare ovunque e allo stesso tempo avere tempo libero.
Non vi sono più zone predefinite, ma in continuo intreccio di usi.
La società contemporanea ha bisogno di informazioni come simboli e immagini.
Leggendo l’articolo del professore antonino saggio “la via dei simboli” ho trovato questa passaggio particolarmente significativo e rappresentativo dellla tendenza che si va via via affermando sempre più in questa epoca dominata dall’informazione:
"l'epoca informatica funziona non più per messaggi assertivi, causa effetto, ma per messaggi metaforici, traslati. Un edifico non è più buono solo se funziona ed è efficiente, insomma se è una macchina, ma deve dire e dare di più. Tra l'altro quando serve, anche simboli."
L'architettura con l'avvento dell'era dell'informazione è mutata drasticamente.
Non è più solo un edificio che funziona ma diventa un immagine e un simbolo del luogo.
Porta con sè valori di riconoscimento e di identità.
Un astrazione e un ampliamento di concetti già trattati nella definizione di terza ondata, per cui si denotava che il cambiamento tra la seconda ondata e la terza ondata si riconosceva nella personalizzazione dei prodotti industruali.
Sembra quasi un proseguimento o un evoluzione di questo processo il nuovo ruolo dell'architettura nella società.
Non si può più parlare di sola riproduzione in serie, come poteva essere nella riproposizione dei canoni le corbuseriani.
L'architettura contemporanea si muove verso l'unicità e l'irripetibile, si fa opera d'arte.
Non è più solo una macchina che funziona, ma in quanto opera d'arte diviene monumento e simbolo del luogo a cui appartiene, che può essere una singola città come Bilbao o un intero continente come nel caso dell'opera house di Sydney.
Ed è proprio in quanto simbolo che si rende possibile la sua trasmissione sotto forma di immagine e in quanto tale informazione.
O forse è proprio la necessità di trasmissione di informazione che ha portato gradualmente l’architettura a questa trasformazione.
Un cambiamento che va di pari passo con l’affermazione sempre più dominante dell’informazione e dell’’informatica.
Nasce l'idea che l'architettura ha nei confronti del significato una profonda responsabilità.
LA FORMA SEGUE IL SIGNIFICATO.
Il mondo delle strutture hanno uno sviluppo prodigioso che porta a due grandi liberazioni.
- rifiuto dell'addizionismo induttivo a favore del metodo deduttivo;
- si perde il nesso forma-funzione l'architettura si fa chiave del racconto e della narrazione.
Si lavora ad una struttura plastica avvolgente che sagoma e ingloba gli spazi. Ciò innesca un processo di liberazione della forma.
La figura dell'ingegnere porta gli spazi a liberarsi in autentiche sfide alla gravità in soluzioni spesso anticonvenzionali.
Jorn Utzon segna il passo avanti, riporta l'architettura ad essere un monumento positivo anzichè astrazione illuminista del potere, ma celebrazione del matrimonio tra uomo e natura.
Con il suo progetto dell'Opera House di Sidney si fa precursore, iniziatore della liberazione della forma.
L'opera ne è il primo simbolo in assoluto. Connotato da ragioni formali anzichè funzionali.
La funzionalità dell'opera è ormai ovvia e imprendiscibile, la forma non lo è altrettanto.
La nuova generazione comincia a basarsi su domande e solo in questo modo si può cercare il significato.
Alla fine degli anni ottanta la mostra Deconstructivist Architecture a New York apre una nuova direzione frammentata, dinamica e violentemente anticlassica.
Già nel 1980 Alvin Toffler l'aveva anticipato nel suo scritto nella definizione della terza ondata.
Porta in primo piano il valore dell'informazione e della comunicazione.
Il 9 novembre il crollo del muro di Berlino nel 1989 fa da spartiacque.
E' proprio Berlino il campo in cui le nuove tendenze si manifestano per la prima volta.
Il museo dell'olocaustro di Daniel Libeskind ne è il manifesto.
Le linee creano dei micromondi e un universo di costellazioni e di potenzialità.
l'architettura stessa si fa comunicazione ed il simbolismo entra dentro le stesse fibre del fare architettura e si appropria della costruzione dello spazio.
L'ARCHITETTURA ESISTE IN QUANTO INFORMA.
Altro esempio dell'affermarsi del simbolismo negli anni della comunicazione e di conseguenza dell'informazione è il Kiasma museum di Steven Holl.
Chiasma è il nome, ma è anche il significato sia metaforico che commpositivo.
Di nuovo a Berlino Renzo Piano con Potsdamer Platz pone l'accento su due concetti fondamentali del nuovo panorama, il concetto di mixitè e l'idea di antizoning.
Due sono le grandi questioni che assumono rilevanza.
- Brown areas (aree dismesse)
- un rapporto nuovo tra archhitettura e natura
Si può lavorare ovunque e allo stesso tempo avere tempo libero.
Non vi sono più zone predefinite, ma in continuo intreccio di usi.
La società contemporanea ha bisogno di informazioni come simboli e immagini.
Leggendo l’articolo del professore antonino saggio “la via dei simboli” ho trovato questa passaggio particolarmente significativo e rappresentativo dellla tendenza che si va via via affermando sempre più in questa epoca dominata dall’informazione:
"l'epoca informatica funziona non più per messaggi assertivi, causa effetto, ma per messaggi metaforici, traslati. Un edifico non è più buono solo se funziona ed è efficiente, insomma se è una macchina, ma deve dire e dare di più. Tra l'altro quando serve, anche simboli."
L'architettura con l'avvento dell'era dell'informazione è mutata drasticamente.
Non è più solo un edificio che funziona ma diventa un immagine e un simbolo del luogo.
Porta con sè valori di riconoscimento e di identità.
Un astrazione e un ampliamento di concetti già trattati nella definizione di terza ondata, per cui si denotava che il cambiamento tra la seconda ondata e la terza ondata si riconosceva nella personalizzazione dei prodotti industruali.
Sembra quasi un proseguimento o un evoluzione di questo processo il nuovo ruolo dell'architettura nella società.
Non si può più parlare di sola riproduzione in serie, come poteva essere nella riproposizione dei canoni le corbuseriani.
L'architettura contemporanea si muove verso l'unicità e l'irripetibile, si fa opera d'arte.
Non è più solo una macchina che funziona, ma in quanto opera d'arte diviene monumento e simbolo del luogo a cui appartiene, che può essere una singola città come Bilbao o un intero continente come nel caso dell'opera house di Sydney.
Ed è proprio in quanto simbolo che si rende possibile la sua trasmissione sotto forma di immagine e in quanto tale informazione.
O forse è proprio la necessità di trasmissione di informazione che ha portato gradualmente l’architettura a questa trasformazione.
Un cambiamento che va di pari passo con l’affermazione sempre più dominante dell’informazione e dell’’informatica.
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